Siamo entrati nella grande e rigogliosa
primavera, che ci porta rinnovamento e luce. L’aria è diversa, il colore e
l’aspetto delle piante, dei fiori che cominciano ad apparire, il venticello più
leggero, anche le nuvole gonfie d’acqua portano messaggi diversi, rispetto
all’inverno.
E nei prati appaiono le prime piantine
di Tarassaco. Le foglie, tenere e
verdissime, spuntano dall’erba, le riconosciamo dal loro bordo dentellato,
allungato. E al centro compare un bel fiore giallo, il colore del sole e
dell’energia. Sicuramente qualcuno conosce questa pianta perché le nostre nonne
ne facevano largo uso. Infatti la foglia giovane si può consumare in insalata,
è un po’ amara ma, aggiunta a un’insalatina di carote, mele, semi di girasole,
pomodori e finocchi, il gusto si stempera facilmente.
D’altronde nasce al momento giusto, il
Tarassaco: è il momento della
depurazione. E quale pianta meglio di questa per depurare il nostro fegato?
Chi più chi meno, tutti noi abbiamo
bisogno di questa depurazione, per portare via la polvere e l’inquinamento
dell’inverno. Dolci, grassi, proteine in dose eccessiva, stress, malattie
influenzali, stanchezza sono tutte buone ragioni per dare una bella pulita al
nostro sangue. E’ lo stesso lavoro che siamo pronti ad affrontare per le
pulizie di Pasqua in casa, dove andremo a estrarre la polvere dagli angoli più
impensati. E’ un po’ la stessa cosa anche per il nostro organismo. Tiriamo via
dagli organi e dal sangue tutto ciò che si è depositato e non serve a niente,
anzi impedisce il buon lavoro delle cellule.
Prendiamo le foglie del Tarassaco e,
dopo averle ben pulite, aggiungiamole crude nelle insalate, cotte nelle verdure
e nei minestroni. Tutti i giorni, o il più spesso possibile, per un mese almeno.
La raccolta non deve avvenire nei prati
di Milano naturalmente, ma nei prati delle vostre gite fuori Milano, della
domenica, quando andate a fare la passeggiata domenicale con la famiglia o con
gli amici. Un bel sacchetto di carta, un coltello per tagliare alla base la
pianta, senza distruggere le radici che possono far ricrescere la pianta. A casa
laverete terra e foglie vecchie e taglierete le vostre foglie fresche fini fini
per poi condirle a piacere o cuocerle in un minestrone profumato.
Sarebbe bello coinvolgere anche i
bambini in queste raccolte, perché possano ricordare il gesto e il senso di
quello che sta avvenendo. Un giorno lo faranno da soli, in queste cose loro
sono più attenti e desiderosi di imparare. Magari abbiamo davanti a noi un
futuro erborista o biologo o studioso della natura e in questo modo abbiamo
permesso che questo piccolo essere umano crescesse e sviluppasse questa
passione!
Nessun commento:
Posta un commento