martedì 26 marzo 2013

NEI PRATI IL TARASSACO CI AIUTA ALLA DEPURAZIONE




Siamo entrati nella grande e rigogliosa primavera, che ci porta rinnovamento e luce. L’aria è diversa, il colore e l’aspetto delle piante, dei fiori che cominciano ad apparire, il venticello più leggero, anche le nuvole gonfie d’acqua portano messaggi diversi, rispetto all’inverno.
E nei prati appaiono le prime piantine di Tarassaco. Le foglie, tenere e verdissime, spuntano dall’erba, le riconosciamo dal loro bordo dentellato, allungato. E al centro compare un bel fiore giallo, il colore del sole e dell’energia. Sicuramente qualcuno conosce questa pianta perché le nostre nonne ne facevano largo uso. Infatti la foglia giovane si può consumare in insalata, è un po’ amara ma, aggiunta a un’insalatina di carote, mele, semi di girasole, pomodori e finocchi, il gusto si stempera facilmente.
D’altronde nasce al momento giusto, il Tarassaco: è il momento della depurazione. E quale pianta meglio di questa per depurare il nostro fegato?
Chi più chi meno, tutti noi abbiamo bisogno di questa depurazione, per portare via la polvere e l’inquinamento dell’inverno. Dolci, grassi, proteine in dose eccessiva, stress, malattie influenzali, stanchezza sono tutte buone ragioni per dare una bella pulita al nostro sangue. E’ lo stesso lavoro che siamo pronti ad affrontare per le pulizie di Pasqua in casa, dove andremo a estrarre la polvere dagli angoli più impensati. E’ un po’ la stessa cosa anche per il nostro organismo. Tiriamo via dagli organi e dal sangue tutto ciò che si è depositato e non serve a niente, anzi impedisce il buon lavoro delle cellule.
Prendiamo le foglie del Tarassaco e, dopo averle ben pulite, aggiungiamole crude nelle insalate, cotte nelle verdure e nei minestroni. Tutti i giorni, o il più spesso possibile, per un mese almeno.
La raccolta non deve avvenire nei prati di Milano naturalmente, ma nei prati delle vostre gite fuori Milano, della domenica, quando andate a fare la passeggiata domenicale con la famiglia o con gli amici. Un bel sacchetto di carta, un coltello per tagliare alla base la pianta, senza distruggere le radici che possono far ricrescere la pianta. A casa laverete terra e foglie vecchie e taglierete le vostre foglie fresche fini fini per poi condirle a piacere o cuocerle in un minestrone profumato.
Sarebbe bello coinvolgere anche i bambini in queste raccolte, perché possano ricordare il gesto e il senso di quello che sta avvenendo. Un giorno lo faranno da soli, in queste cose loro sono più attenti e desiderosi di imparare. Magari abbiamo davanti a noi un futuro erborista o biologo o studioso della natura e in questo modo abbiamo permesso che questo piccolo essere umano crescesse e sviluppasse questa passione!

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