L'epidemia
di obesità che colpisce ovunque, Italia compresa, potrebbe dipendere anche dal
graduale cambio di orari imposto dalla società attuale. Il pranzo era una volta
il pasto principale mentre oggi la cena è diventata spesso l'unico momento in
cui si mangia in abbondanza e la prima colazione è un vero pasto solo per alcune
e poche (purtroppo!) persone.
L'antica
"Scuola Medica Salernitana" (la prima e più famosa scuola di medicina
d'Europa, agli inizi del Medioevo) aveva un detto molto famoso: "Invita
l'amico a pranzo e il nemico a cena", il che significa che già allora si
riconoscevano gli effetti degli orari dei pasti sul metabolismo e sulla salute.
Recentemente
poi uno studio spagnolo conferma, dal punto di vista scientifico,
l'importanza degli orari dei pasti nell'attivazione del metabolismo.
In
pratica sono stati confrontati due gruppi di persone del tutto simili per
composizione e caratteristiche fisiche, che avevano come unica differenza
significativa l'abitudine a consumare la maggiore quota di calorie prima o dopo
le ore 15. Chi faceva una ricca prima colazione o aveva un pranzo significativo
stava nel primo gruppo, mentre chi mangiava soprattutto a cena stava nel
secondo gruppo.
Durante
venti settimane, nelle quali i due gruppi si nutrivano con una dieta
praticamente identica, le persone che mangiavano soprattutto al mattino hanno
perso più peso e con maggiore facilità, mentre quelle che riservavano per la
cena la maggior quota calorica della giornata hanno avuto maggiore difficoltà a
perdere peso e ne hanno perso alla fine di meno.
In
modo sorprendente, la quantità di calorie introdotta, la composizione della
dieta, il programma di esercizi di attività fisica e la durata del sonno erano
del tutto paragonabili tra i due gruppi, mentre l'unica differenza degna di
nota era appunto la distribuzione oraria dei pasti nella giornata. A parità di
livelli, le persone del gruppo rimasto "grasso" tendevano a saltare
la prima colazione o a farla in forma minima.
L’argomento
di oggi non è certo una novità: da anni cerco di stimolare le persone a
trasformare la prima colazione in un pasto importante della giornata, ma purtroppo
noi ci fidiamo di più dei dietologi che fanno comparire nelle loro diete
colazioni a base di "una fetta biscottata spalmata con un velo di miele e
una tazza di tè": Questo non è parlare di una colazione abbondante. Una
colazione abbondante vuol dire cereali, pane con miele o marmellata, frutta di
stagione, yogurt naturale, tè o caffè, latte di soia o di riso, noci e
mandorle. Meglio evitare il latte vaccino, anche se so che piace molto, perché
è il padre di tutti i cibi che provocano allergie e quindi non è buona cosa
stimolare questa risposta patologica dell’organismo.
Non
abbiamo tempo? Non è vero, una colazione di questo genere, se ben organizzata
per tempo, porta via non più di venti minuti. E poi a pranzo un pasto completo,
composto da pasta o riso, verdure e se si vuole, anche carne o pesce. La frutta
la lasciamo per merenda. La sera, prepariamo un piccolo pasto, fatto da una
minestra di verdura, poca pasta con verdure, o un’insalata molto ricca, con
tante verdure e semi di girasole o noci, olive, qualche pezzo di formaggio
fresco. Niente frutta perché rimane indigesta.
In
questo modo l’organismo ha modo di riposare bene durante la notte, anche per
chi soffre di reflusso. E al mattino si sente davvero il desiderio di ripartire
con la colazione più ricca.
Paola
Grilli, Naturopata
Grilli_paola@libero.it
www.paolagrilli.it
http://naturaepercezione/blogspot.it